Il Tempio di Athena di Siracusa

Il Tempio di Athena di Siracusa
Il "Tempio di Athena" di Siracusa- Il Viaggio in Sicilia

Il tempio di Athena è un edificio di ordine dorico eretto a Siracusa nel V secolo a.C. dal tiranno Gelone in seguito alla vittoria contro i Cartaginesi nella battaglia di Imera. Il tempio era stato preceduto da un luogo di culto risalente all’VIII secolo a.C., con un altare portato alla luce negli scavi dell’inizio del XX secolo, e da un primo tempio della metà del VI secolo a.C.


Il tempio di Athena è il complesso sacrale più importante dell’isola di Ortigia, sorge nella zona più alta e pur essendo uno dei templi più antichi della città è quello che si sia deteriorato meno.

La sua struttura era quella di un periptero esastilo con sei colonne sui lati corti e quattordici su quelli lunghi, lungo più di 56 metri e largo 22 era basato su d’uno stilobate a tre ordini di gradini. La cella aveva il pronao rivolto ad oriente, mentre l’opistodomo era rivolto ad occidente.

La ricostruzione del tempio viene fatta anche in base ai reperti custoditi oggi nel museo siracusano, tornati alla luce con gli scavi archeologici che accertarono anche la stratificazione di varie età dal periodo arcaico all’epoca bizantina. Si possono, ad esempio, ammirare le semplici ma mirabili teste leonine che erano applicate alle cimase delle grondaie, i frammenti delle tegole in marmo delle tettoie, l’altare del tempio con le sue tracce di decorazioni a rilievo ed i vari elementi decorativi che fanno agevolmente immaginare tutta la severa armonia dell’insieme.

Il primo edificio monumentale, in stile dorico, databile nei decenni centrali del VI secolo a.C. Occupò la stessa area del periptero classico conservato fino ad oggi. Poco dopo l’inizio del V secolo, da come si può dedurre dai dati stratigrafici, l’edificio fu demolito e sostituito con il tempio attuale dopo la battaglia di Imera dal Dinomenide Gelone, divenuto tiranno della città nel 485 a.C.
Di questo monumento, come di altri nella città, si può trovare riscontro in alcuni scritti di Cicerone in accusa al governatore Verre che saccheggiò il tempio dei suoi capolavori artistici, come le decorazioni in avorio e oro che ornavano i battenti della porta, la serie di tavole dipinte che ricoprivano i muri della cella che raffiguravano il combattimento tra Agatocle (tiranno nel 317 a.C.), probabilmente, contro i Cartaginesi e i 27 ritratti dei tiranni e re di Sicilia.

In un passo, sempre dello stesso Cicerone, avviene l’identificazione di questo tempio come Tempio di Athena e lo ricorda insieme a quello di Artemide come i più importanti edifici templari di Ortigia, inoltre nello stesso passo parla dello scudo dorato posto sul frontone centrale, esso segnava la strada ai naviganti ed era l’ultima cosa che si vedeva dal mare allontanandosi da Siracusa.

La scelta del tempio di Athena è stata sicuramente determinata anche da altre considerazioni, infatti, la dea (protettrice delle arti e degli artigiani) doveva essere molto cara ad Agatocle che in gioventù aveva esercitato il mestiere di vasaio. Sappiamo che nel corso della prima grande battaglia vinta contro i Cartaginesi in Africa (probabilmente rappresentata nel grande quadro esposto nel tempio, che doveva costituire una sorta di enorme ex-voto) il favore della dea si manifestò con il calare, sull’esercito siracusano, di alcune civette, uccello sacro ad Athena .
L’utilizzo del tempio quasi come santuario dinastico (da parte di Agatocle, ma forse anche di Gelone) rende probabile la sua collocazione nei pressi del palazzo di Ortigia, che infatti era negli immediati paraggi dell’odierna Cattedrale.

Il Cristianesimo mutò il tempio di Athena  in una chiesa dedicata alla madre del Nazareno e consacrata quale cattedrale nel VII secolo dal vescovo Zosimo. L’eliminazione di gran parte dei rifacimenti barocchi, e la liberazione delle strutture greche, quali oggi si possono vedere, è del 1925. La trasformazione dell’edificio ha seguito un procedimento semplicissimo: l’edificio centrale, ritagliando arcate sui muri laterali, divenne la navata centrale, mentre le navate laterali risultarono dallo spazio compreso tra questa e i colonnati, inoltre fu rovesciato l’orientamento, per la necessità di volgere ad est il coro della chiesa che occupa il posto della facciata del tempio.

Nella navata di destra è presente un fonte battesimale ricavato da un antico vaso greco e sorretto da sette leoncini di bronzo del XIII secolo, proveniente dalla cripta di S. Marziano. Nella navata di sinistra, lungo il muro, statue della madonna, opere della scuola di Laurana, e di S. Caterina della scuola del Gagini. Per quanto riguarda la navata maggiore, il soffitto fu fatto costruire dal vescovo Platamone nel 1518 ed è adorno degli stemmi e rosoni delle famiglie patrizie della città.

All’interno della chiesa si possono trovare tre distinte cappelle: di Santa Lucia, del Sacramento e del Crocifisso. Quella che desta maggiore interesse è la prima. Con forma quadrata con cupola fu edificata dal vescovo Requisenz nel settecento. Nella nicchia centrale, chiusa da un cancello di bronzo, si conserva il simulacro argenteo di Santa Lucia che reca i sei pannelli in argento sbalzato riproducenti episodi della vita della Santa Patrona della città.

La costruzione dell’attuale facciata, come del campanile, opera di Andrea Palma su disegni di Pompeo Picherali, fu iniziata nel 1728 e abbellita dalle statue scolpite da Ignazio Marabitti. In basso, ai due lati della gradinata le statue di San Pietro e San Paolo, nel secondo ordine del frontespizio, l’Immacolata al centro, San Marziano sulla sinistra e Santa Lucia sulla destra.


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