Monte Capodarso e valle dell’Imera meridionale

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Monte Capodarso e valle dell'Imera meridionale- Il Viaggio in Sicilia

Nel cuore della Sicilia, tra le province di Enna e Caltanissetta si estende una delle più belle aree naturalistiche della regione: la riserva naturale orientata Monte Capodarso e valle dell’Imera meridionale, lungo il corso del fiume Imera, tra le falde del monte Capodarso e del Monte Sabucina, in un contesto archeologico e naturalistico di rara bellezza.

Tra le maggiori aree protette troviamo le gole di Capodarso, la Grotta delle Meraviglie, i resti di un centro indigeno ellenizzato, con una scala antichissima scavata nella roccia.

Nelle immediate vicinanze della riserva, in condrata Terrapelata, sono presenti le maccalube di Caltanissetta, una zona interessata da fenomeni di vulcanismo di tipo sedimentario.

L’area della Riserva è stata inserita nell’elenco dei siti di importanza comunitaria, ai sensi della Direttiva 92/43/CEE, e nel Network dei Geoparchi europei, all’interno del Parco Rocca di Cerere.

Ponte Capodarso
È un ponte del XVI secolo che attraversa la riserva naturale orientata di Monte Capodarso e valle dell’Imera meridionaleal confine tra gli attuali liberi consorzi comunali di Caltanissetta e di Enna.

Il ponte fu costruito nel 1553 sull’Imera meridionale (comunemente detto “Salso”) per ordine di Carlo V per facilitare il trasporto delle merci e delle persone tra i territori di Caltanissetta e di Castrogiovanni e dell’entroterra siciliano.

Situato in località Capodarso (Capitarsu in siciliano), un luogo selvaggio e impervio, protetto da piccole ripide alture che chiudono il fiume in una stretta gola, originariamente aveva l’aspetto di un ponte a un solo arco a schiena d’asino, che poteva essere attraversato solo dai pedoni. Il pittore francese Jean Houel ne fece un disegno ad acquarello alla fine del XVIII secolo, in quanto considerato assieme all’Etna e alla fonte Aretusa di Siracusa, una delle meraviglie della Sicilia («un monte, un ponte e un fonte»).

Nel 1842 fu interessato da un restauro commissionato dal consiglio provinciale, ma solo nel biennio 1847-48 fu reso piano e rotabile attraverso la realizzazione di due piccoli archi laterali affiancati all’arco principale che lo resero adatto al passaggio dei carri. Venne quindi inserito nell’itinerario della strada rotabile Caltanissetta-Piazza Armerina. Il collegamento rotabile con Enna fu poi terminato solo dopo l’Unità d’Italia. In seguito a una piena anomala, crollò nel 1960 e fu ricostruito secondo il disegno del XIX secolo.

Fa parte dell’itinerario della strada statale 122 Agrigentina ed è importante per gli spostamenti tra Caltanissetta ed Enna; annualmente è sede della partenza della storica Coppa Nissena. Oggi è sovrastato dal “viadotto Capodarso” (lungo 2210 m) della strada statale 626 della Valle del Salso.


La riserva
Nel fiume confluiscono le acque di numerosi affluenti, fra i quali i fiumi Morello e Torcicoda. Questi corsi d’acqua, a carattere torrentizio, sono caratterizzati da un andamento meandriforme. L’acqua del fiume a volte abbandona il suo corso creando dei meandri simili a stagni dove nidificano molte specie animali, alcune delle quali in via d’estinzione. È presente, inoltre, la tipica vegetazione degli ambienti rupestri con essenze tipiche della macchia mediterranea e quella degli habitat acquatici. I calanchi della riserva presentano endemismi quali l’Aster sorrentinii e la Lavathera agrigentina.


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